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Immagine del redattoreTommaso Bientinesi

3/6 - Giorno 4 Parte 3

Aggiornamento: 4 dic 2023

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Guida. Troppo piano, concentrati. Troppo forte, non esagerare. Dopo tante ore tenere alto il ritmo diventa faticoso. Cominciano a farmi male le spalle e mi vengono le fitte alle braccia a ogni frenata e cambiata, cosa a cui per fortuna riesco a porre rimedio cambiando impugnatura. Ogni tanto una nuova fitta mi fa presente che, senza volerlo, sono tornato all´impugnatura usuale.

A ogni waypoint guardo brevemente l´ora prevista, tolgo l´ora e tre quarti calcolata in mattinata e cerco di capire se sto recuperando terreno abbastanza velocemente. In mattinata ero ottimista, ma il tratto lento in Molise mi rende meno sicuro e sembra non finire mai. Ogni tanto guardo la cartina e mi domando se non sia possibile un altro percorso, eppure no: le strade principali "tagliano" tutte per traverso e quindi continuo ad avventurarmi su questi stretti saliscendi, mezzi asfaltati e mezzi a brecciolino, cercando di adattare il ritmo alla situazione. Ogni curva é una sorpresa. Se trovo un tratto chiuso, comunque, non é difficile inventare un´alternativa, perché la rete di stradine é abbastanza fitta.


Sto raggiungendo tutti i waypoint previsti finora e vado a prendere anche la quarta riserva su sei. Incontro un benzinaio quando mancano circa 250 km: facendo rifornimento ora, posso arrivare al traguardo. Anche questa volta é disponibile solo il "servito" all´unica pompa, e io mi danno quando il signore mi frega le chiavi e si rintana nella stanza a cercare i due centesimi di resto che mi deve, incurante della mia insistenza a lasciar perdere. L´unica cosa che posso fare é approfittarne per mettere qualcos´altro sotto i denti. Dopo 10, interminabili minuti ritorna e, scusandosi di non aver trovato le monete, mi regala una biro a 4 colori, di quelle in voga circa 30 anni fa. Gli urlo un "Va benissimo grazie, non c´era bisogno!" mentre giá accelero per ripartire.


Le ultime due riserve sono vicine tra loro, ma un po' lontane dal percorso originale. La parte lenta sembra finita, ma allo stato attuale sono troppo indietro. Decido di rischiare, perché davanti a me ho il tratto in pianura del Tavoliere, dove spero di recuperare abbastanza. Lanciato sul rettilineo per Lucera, e su quello successivo tra Lucera e il Gargano, mi trovo combattuto tra la speranza che duri poco (per arrivare prima) e quella che duri tanto (cosí recupero terreno piú a lungo). Piazzo il cruise control e approfitto per rilassare le braccia. Non ce la faccio piú.

Quando arrivo al Gargano mi mancano solo due Golden Point e due passi normali, di cui l´ultimo é praticamente al traguardo, lungo la strada. Non sono mai stato qui prima d´ora. Dopo tante ore di viaggio, la trepidazione sale. Ce la posso fare. La mia idea pazza sembra concretizzarsi davvero. Ma col tempo agli sgoccioli, basta un niente e sono fregato. Forza Gargano, non mi tradire.


Forza, forza, forza. Sono quasi al primo Golden Point. A volte sono facili ma in bellissima posizione, a volte sono rognosi. Stavolta questo fila via liscio. Bene. Incrocio un centopassista in senso contrario, ci salutiamo, vado avanti. Il secondo Golden Point é a Rignano Garganico, all´altro lato del paese rispetto a me. Il tempo stringe. Trovo una piazzetta sbarrata, riesco a infilarmi, passo, arrivo al centro storico, con ancora i segni dei festeggiamenti del 2 giugno. Fossi passato ieri, non sarei riuscito a entrare. Raggiungo il Golden Point e provo a tagliare per tornare indietro, ma trovo una scalinata. Il vicolo é troppo stretto per fare inversione, spingo la moto in retromarcia, é leggermente in salita ma ce la faccio. Adesso é veramente caldo.

Accelero per tornare verso il Gargano.


Mi manca un solo passo oltre a quello finale.


Devo scegliere tra due possibili: quello del percorso originale o un´altra riserva. Il primo prevede 2 km di sterrato, che é sempre un´incognita. Il secondo prevede di allungare una decina di km fino a Monte Sacro, sopra Mattinata, per una strada che dalla cartina sembra asfaltata ma stretta. Devo prendere una decisione in fretta, la mia gara si gioca qui.

Lo sterrato mi spaventa, ma decido di provare. Se dovesse rivelarsi infattibile, forse avrei ancora tempo di provare l´altro. Se invece andassi direttamente all´altro e ci fosse un contrattempo (strada chiusa, traffico intasato), non avrei nessun´altra possibilitá. Accelero tra la campagna brulla col cuore in gola. Quello che sembrava impossibile ora é vicino, troppo vicino. Fallire i cento passi ora che li ho davanti, dopo tutta la fatica e l´impegno, sarebbe una beffa.


I 2 km di sterrato sono molto lenti e sconnessi. Ogni botta alla ruota mi arriva dritta alle spalle giá doloranti. L´ansia allunga gli spazi e accorcia il tempo rimanente. Penso 2 o 3 volte di tornare indietro perché sono lentissimo, poi guardo l´orologio e mi dico razionalmente che no, ci sono dentro ancora, e, arrivato qua, la vera perdita di tempo sarebbe tornare indietro.

Sono al passo. Giro e vado a recuperare la strada. Mi fermo. Sono frastornato. Non ci credo. Mi sembra di non aver respirato da stamattina alle 5.

Sono virtualmente a 100, perché ho fatto tutti i passi previsti, piú le 6 riserve che dovevo recuperare, e mi manca solo l´ultimo, quello facile lungo la strada.

Voglio contare.

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici, dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici, diciassette, diciotto.

Mi sembra di metterci un´eternitá pure a contare.

Diciannove, venti, ventuno, ventidue, ventritre, ventiquattro, venticinque, ventisei, ventisette, ventotto, ventinove.

Attento a non perdere il conto.

Trenta, trentuno, trentadue, trentatre fatti.

Piú il finale, trentaquattro.


Sí, sono tutti, perché ieri ero a 66, confermati dalla classifica ufficiale.

A stare fermo sto morendo di caldo.


Riparto ma mi rifermo poco dopo. Mi é venuto uno scrupolo: ho contato i passi con ancora visualizzato sulla mappa il percorso originale. Meglio eliminarlo e lasciare solo quello effettivamente realizzato. Il tempo scorre. Conto di nuovo. Stavolta "zoommo" di meno e conto a gruppi.

Quattro, piú altri 3, piú 2 piú 2, piú 4 piú 2 piú 2, piú 5 piú 1, piú 3 piú 1, piú 4, piú l´ultimo che mi manca.

34.

Lo rifaccio un´altra volta.

34.


Ci sono.


La tensione dovrebbe allentarsi, ma non lo fa. Devo evitare la stradona di Manfredonia, che é vietata, e spero che la mia deviazione "per campi" funzioni e non sia interrotta. Poi penso a mia moglie e i bimbi, che si sono avventurati da Roma con un Flixbus notturno, e poi dovevano prendere i mezzi pubblici fino a Monte S.Angelo. Una piccola Centopassi anche per loro! Dovrebbero essere arrivati ma non ho notizie. Probabilmente mia moglie non mi ha scritto pensando che tanto non avrei avuto modo di controllare. Ma se non fossero arrivati?


Poi vedo il mare, e capisco di avercela fatta. Quale simbolo migliore di un traguardo, quando sei partito da un´altro mare, solcato monti e valli, paesi e cittá?

Il traguardo scelto é maestoso, davvero come si addice all´edizione del decennale. Le curve scendono dall´alto, le colline da una parte, il blu intenso dall´altra. Il paesaggio mi dona un´accoglienza trionfale. Lui é lí, godibile da chiunque, ma per me, oggi, é di piú. Me lo sono conquistato. É mio. Finalmente allento la tensione, rallento, e mi godo ogni metro con una soddisfazione che un "semplice" viaggio non avrebbe potuto darmi. Sono davvero gli ultimi km.


E dopo la risalita, solo le ultime curve ai piedi del paese mi separano dal traguardo vero e proprio. Mentre le percorro ripenso a quanto mi sia costato arrivarci. La fatica, i problemi, le difficoltá, la bellezza, le sorprese, sono troppi ricordi che si accavallano tutti insieme.

Davanti a me ho Laura, alla terza pertecipazione. Mi riconosce e mi saluta. Questo é il momento piú bello, quando tutti i partecipanti convergono al traguardo, ognuno col suo percorso diverso e la sua storia incredibile da raccontare.

Spero tanto che la mia famiglia sia arrivata. La mia, stavolta, é la storia di una vittoria.


É il momento della festa. Rivedo vecchi amici e me ne faccio di nuovi ascoltando gli aneddoti piú divertenti. Non posso fare a meno di pensare che la Centopassi mi abbia messo a dura prova i primi tre giorni per permettermi di godermi appieno il quarto.

Non é cosí. Avevo capito il secondo giorno che la Centopassi aspetta sempre il momento giusto per colpire, ma ancora non immaginavo che questo potesse essere a volte anche dopo il traguardo...


 

2/6 - Day 3 part 3


Coming soon...


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