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Dilemma. Sono ad Anversa degli Abruzzi (numero 100 in figura) e sono letteralmente davanti a un bivio. Sono circa le 7 di sera, mi mancano 2 ore di guida, il che vuol dire che sono in giro da 14. Sono stanco, ma ancora carico, perché il pomeriggio é andato molto bene. Nonostante ció, sono ancora indietro di 3 ore, e devo prendere una decisione importante.
Da una parte la scorciatoia. L´avevo pianificata come ancora di salvezza: un bel taglio fino a Sulmona (n° 111), ed ecco le mie 3 ore recuperate in un colpo solo, e pure qualche minuto in piú. Poi una quarta giornata gestita con un po' di margine per altri eventuali inconvenienti e la prospettiva di un risultato piú che onorevole, con una novantina di passi nonostante la foratura e il resto.
Dall´altra parte il giro originale. Avevo parecchio esitato a tirarlo cosí a nord, in fase di pianificazione, ma ero spinto da un motivo: il "prurito" di andare a esplorare quel cuore d´Abruzzo che ancora mi mancava.
La scorciatoia mi tenta: sono stanco. Ma prenderla ha un costo: salterei altri 5 waypoint; se li sommo ai 6 giá saltati vado a undici. Le riserve sono solo 10, e il conto é presto fatto: se prendo la scorciatoia, saluto matematicamente i 100 passi.
Se tengo il percorso originale posso ancora aggrapparmi alla matematica, peró rischio forte: sono indietro di 3 ore, e il percorso di ritorno al traguardo é abbastanza lineare, senza un´altra possibilitá di taglio cosí grande. Non conosco il Molise e non so se mi aspettano altri contrattempi; insomma, il rischio concreto é di non arrivare in tempo al traguardo e venire squalificato, con moglie e figli che sono venuti apposta a vedermi. E poi come faccio a fare 100, che sto dietro di 3 ore e in piú dovrei anche recuperare 6 riserve fuori dal percorso originale?
La ragione dice scorciatoia, e faccio quasi per avviarmi. Eppure... un istinto, il cuore, una tristezza di fondo che mi dice che poi sarei deluso di me stesso... no, non arrenderti, non ancora. A buttare via un sogno hai tutto il tempo domani.
Punto a nord con l´euforia di un bambino, e capisco fino in fondo che la bellezza di una Centopassi sta nella libertá. Sei da solo quei 4 giorni: il percorso, gli obiettivi e il tuo destino te lo scegli come ti pare, metro per metro. Non c´é posto migliore per celebrare questa libertá delle alture solitarie e sperdute del parco del Sirente-Velino, alla luce della sera; poi il panorama si apre sulla Maiella innevata e illuminata dal sole e mi convinco ancora di piú che la mia sia stata la scelta migliore.
É ora di cercare un albergo. L´unica scelta fattibile risulta essere un albergo diffuso a Fagnano Alto, con camera di lusso da 170 euro a notte che useró per dormire come un sasso prima di ripartire alle 5 di mattina. Beh, meglio che piantare la tenda per strada! Mi scoccia solo che l´albergo é sí sul percorso, ma una buona mezz´ora prima del limite che potrei raggiungere. Ad ogni modo non ho alternative e trovo un modo di sfruttare la mezz´ora: i benzinai in questa zona sono rari, ma ora posso allungare fuori percorso e fare il pieno. Essendo domani giornata "corta" (solo 13 ore scarse!) avró bisogno di solo un´altro rifornimento: un vantaggio che potrebbe tornarmi utile. E sia fatta santa l´autonomia della V85...
La giornata é agli sgoccioli. Guido verso un bellissimo tramonto e arrivo col buio alla mia meta.
"E fu il calore d´un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore..."
Chi ha mai viaggiato a lungo in moto conosce la sensazione di fischio alle orecchie quando spegni il motore a fine giornata. Il silenzio fa quasi male mentre ti entra in testa, poi cominci a sentire il vento, qualche uccellino, gli odori. Sono contento ma distrutto, la stanchezza mi arriva tutta insieme come uno stordimento, cerco di ripercorrere indietro la giornata per fare un bilancio (le 8 ore di guida del pomeriggio varrebbero giá come una giornata normale, e il loro bilancio é positivo!), e mi riviene in mente che la mattina (una mattina lontanissima!) ne ho guidate altre 8, le piú difficili da quando ho una moto. No, non riesco a credere che le cadute e tutto il resto siano nella stessa giornata in cui mi trovo ora. Guardo la cartina: di tutto il giro, questo é il posto piú vicino a casa mia. Se allungo la mano posso quasi toccarla...
Immerso in questi pensieri quasi non mi accorgo della cameriera che mi sta chiamando nel parcheggio.
"Mi scusi, é lei che ha prenotato poco fa? Benvenuto, la stavamo aspettando. Preferisce cenare o vuole prima guardare la camera?"
Torno sul presente. Alla camera non avrei le forze per arrivarci. "Ceno, ceno, mi dia 2 minuti e arrivo". Davanti alla sala ristorante c´é anche la reception e sono tutti curiosi, non essendo abituati a prenotazioni estemporanee dell´ultimo minuto. Racconto brevemente cosa mi ha portato da loro e si dimostrano molto partecipativi, tanto da decidere di offrirmi un pranzo al sacco, oltre alla colazione, come buon augurio per la giornata di domani.
Poi, finalmente, entro nel ristorante, e la scena diventa surreale. Tavoli circolari imbanditi di gran lusso, con sedie in legno antico; ospiti di pari livello con l´abito del sabato sera; un cameriere fisso per ogni tavolo, di quelli che ti riempiono il bicchiere appena lo svuoti e ti cambiano le posate. Io, puzzolente come una capra direttamente dalla moto, con pantaloni e stivali coperti di fango dalla caduta, maglietta pezzata di sudore e moscerini spiaccicati su tutta la faccia.
"Il signore gradisce l´antip..." "SÍ"
"Come primo preferisce il risotto o la..." "SÍ"
"Di secon..." "SÍ"
"Per dess..." "SÍ!!"
Salgo in camera (bellissima, un peccato non godermela con calma) e cerco di fare mente locale. Sono in recupero, posso ancora fare un buon risultato, ma dovrei pianificare, rivedere il percorso, capire dove potrei tagliare o se mi conviene recuperare qualche riserva. Non ce la faccio. Sono troppo stanco e veramente non riesco a pensare. Aggiorno gli altri sulla chat di gruppo (il mio precedente messaggio era arrivato tardi e qualcuno pensava che fossi ancora perso nei boschi dopo la caduta!) e poi vado a dormire, comunque con vago ottimismo. Sopra i 90 dovrei poterli fare. Per pianificare punto la sveglia in anticipo, sperando che le poche ore di sonno servano a qualcosa.
Mi butto sul letto con tutti i vestiti addosso. Nel caso, penso, disinfesteranno la camera dando alle fiamme il letto.
2/6 - Day 3 part 3
Coming soon...
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